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Kona – Recensione

Nato grazie ad un Kickstarter, evento classico per molti indie di successo soprattutto qualche anno fa, Kona è riuscito a guadagnarsi il suo piccolo spazio nel cuore di tanti appassionati. Sviluppato dallo studio Parabole e da poco approdato anche su Switch, Kona si presenta come un’avventura thriller che fa della narrazione e del mistero i propri elementi chiave. Andiamo a scoprire come se la cava in questa sua nuova incarnazione su Switch!

Le sponde del lago
La storia di Kona ci viene interamente narrata in terza persona dal nostro protagonista nonché alter-ego virtuale, l’investigatore privato Carl Faubert. L’anno è il 1970 ed il gioco si apre con Carl impegnato a raggiungere in automobile un tale di nome William Hamilton, noto imprenditore di successo che ha recentemente preso possesso di praticamente tutte le terre circostanti il lago Atomipek, nella regione di Manastan nel Quebec settentrionale.

La vicenda sembra essere piuttosto atipica, infatti – sebbene Carl non sappia ancora i dettagli – gli è stato anticipato che dovrà indagare su degli atti di vandalismo che stanno avvenendo ai danni di Hamilton, probabilmente da parte di qualche persona del villaggio. Appena giunto sul luogo dell’incontro, non prima di aver quasi rischiato la vita a causa di un incidente ed essere finito all’interno di un’improvvisa tempesta di neve, Carl si rende conto che il mistero da risolvere sarà decisamente più complesso del previsto, infatti il corpo di William Hamilton giace e terra senza vita. La neve, inoltre, ha completamente isolato il villaggio e ovviamente neppure le linee telefoniche funzionano. Risolvere la faccenda, quindi, sarà compito del nostro protagonista.

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Un gelido inverno
Kona si può definire come un racconto interattivo, oppure un’avventura grafica in 3D. La storia che ci troveremo a vivere sarà il fulcro dell’esperienza e gran parte del tempo lo passeremo ad indagare sulla vicenda, ma a differenza delle più classiche avventure grafiche dovremo tenere in conto alcuni elementi fondamentali come le energie del nostro protagonista, la sua resistenza al freddo e allo stress. Oltre a questo, ci saranno anche dei nemici, in particolare degli animali selvatici, che potrebbero cercare di farci la pelle.

Visto l’ambiente decisamente poco ospitale, sarà nostra discrezione cercare di trovare saltuariamente dei punti di ristoro dove poter riscaldare le membra e riprenderci dallo stress, altrimenti il nostro alter-ego finirà per risentirne a livello di salute e di fisico, diventando più lento negli spostamenti e meno efficiente negli scontri.

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Come quelle di una volta
Sebbene gli sviluppatori abbiamo inserito degli elementi survival che ben si adattano alle ambientazioni gelide e spettrali caratteristiche di Kona, il punto focale dell’esperienza rimangono gli enigmi e la storia. Carl avrà sempre a disposizione il suo fidato diario, tramite il quale prenderà appunti sulle vicende trascorse e le persone incontrate e poco a poco si arriverà ad avere un quadro completo della vicenda. A livello di gameplay il gioco è decisamente interessante e ci lascia liberi di esplorare una porzione di mondo abbastanza vasta, la quale diventerà sempre più accessibile mano a mano che si troveranno gli indizi sparsi per il villaggio. L’avanzamento, quindi, non sarà lineare e ci costringerà a spostarci e visitare più volte gli stessi luoghi, magari per trovare cose che ci erano inizialmente sfuggite, oppure per raggiungere posti prima inaccessibili.

La cosa funziona molto bene e gli spostamenti sono resi più semplici grazie alla fidata automobile di Carl (sebbene non sia l’unico mezzo di trasporto disponibile), sempre accessibile al giocatore ed utilizzabile all’occorrenza anche come “magazzino” nel quale accumulare oggetti potenzialmente utili da portarsi appresso. La storia, poi, si tingerà ben presto di tinte horror e paranormali, ma se pensate ai classici jump-scare che spesso caratterizzano i titoli horror negli ultimi anni, siete fuori strada. La tensione e la paura generati da Kona, infatti, sono frutto di una narrazione molto curata, un saggio uso delle musiche ed un’atmosfera cupa e fredda che ci farà sentire veramente soli in un ambiente del tutto inospitale.

E su Switch?
Il titolo è lo stesso già approdato su PC e console qualche tempo addietro, per cui a livello di gioco potreste già essere a conoscenza della sua validità, ma come si presenta su Switch? Beh, potete stare tranquilli, perché il lavoro svolto dagli sviluppatori è encomiabile e la versione per la console ibrida di casa Nintendo non ha nulla da invidiare alle altre. Graficamente siamo di fronte ad un adattamento molto solido e il livello di dettaglio, così come la risoluzione ed il framerate, sono ottimi sia in versione portatile che su TV. Sebbene l’aspetto tecnico non sia a livelli di produzioni più blasonate, un attento utilizzo dei suoni ambientali e della colonna sonora, insieme al sapiente design del villaggio che circonda il lago Atomipek riescono a gettare il giocatore all’interno di un ambiente verosimile e che invoglia l’esplorazione.

Ciao Quebec
In conclusione Kona è un titolo molto valido, ricco di suspense e che narra una storia scritta con metodo e che non lascia nulla al caso, in grado di coinvolgere i giocatori dall’inizio alla fine. Se cercate un gioco che faccia dell’azione e del survival i propri elementi caratteristici allora siete fuori strada, ma se quello che volete è vivere un’avventura emozionante immersi in atmosfere gelide e caratteristiche allora Kona fa per voi. Il titolo, inoltre, potrà anche durarvi parecchio se cercherete di andare a fondo nella vicenda ed esplorare per bene i molti dettagli inseriti dagli sviluppatori, ovviamente tenendo a mente il prezzo al quale esso viene venduto, ovvero 19,99€.

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