Dream Alone

Dream Alone – Recensione

La difficoltà dei videogiochi è un tema piuttosto particolare nell’industria videoludica moderna, ove ci sono titoli che non riescono ad offrire un livello di sfida adeguato (ad esempio Kirby Star Allies ndr.), oppure giochi particolarmente frustranti (come la versione Wii U di Sonic Lost World ndr.), comunque è possibile che nessuno dei due titoli avesse l’intenzione di essere né troppo facile, né troppo difficile.

Il gioco che andremo ad analizzare quest’oggi è uno di quei titoli che fin da subito cerca di mostrare i propri artigli in quanto a difficoltà, sia che ne stiate guardando il trailer, sia che abbiate iniziato il primo livello. Il titolo in questione è Dream Alone (nella sua versione per Nintendo Switch), sviluppato da WarSaw Games e pubblicato da Fat Dog Games.

Storia

Il nostro protagonista è un bambino che, nonostante appunto la giovanissima età, si trova costretto a partire per un pericolosissimo viaggio alla ricerca di Lady Death. Il motivo? Una misteriosa malattia ha fatto cadere in coma gli abitanti del suo villaggio natio e sembra che questa misteriosa entità sia in grado di debellarla.

La storia verrà poi narrata in maniera enigmatica mediante delle cut-scenes di intermezzo tra un livello e l’altro.

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Gameplay e Meccaniche

Il titolo, come già specificato nell’introduzione, mette subito in mostra il suo voler essere impegnativo e ciò ovviamente si ripercuote sulle capacità offerte al protagonista, infatti egli di base può solamente saltare e il minimo contatto con un nemico o con un oggetto appuntito causa morte immediata.

Oltre al salto il nostro protagonista ha la possibilità di utilizzare alcuni poteri sovrannaturali, poteri che – tuttavia – non possono essere lanciati a proprio piacimento (a parte uno ndr.). Inoltre, è il gioco a far capire quando in un livello serve un determinato potere, facendo trovare al giocatore l’oggetto necessario per utilizzarlo.

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Il primo potere ad esempio permette di entrare in una realtà diversa da quella normale in cui possono comparire dei sentieri per proseguire non visibili nella prima, la parte difficile nell’utilizzo di questa tipologia di poteri è la gestione dell’energia (la quale è visibile nelle barre in alto), in quanto se essa viene esaurita è impossibile ottenere altra energia se si sono già presi tutti gli oggetti che la forniscono. Questo obbliga di fatto il giocatore a lasciarsi uccidere e a ricominciare quella parte di livello.

Un’altra componente abbastanza importante nel titolo sono le sezioni puzzle, nelle quali il giocatore – buona parte delle volte – deve azionare dei meccanismi tramite delle leve per poter procedere. Qui entra in gioco l’unica capacità che il nostro personaggio può utilizzare liberamente, ovvero la clonazione.

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Grazie a tale potere è possibile creare una replica di se stessi con cui è possibile, per un tempo limitato, tenere attivo un meccanismo che richiederebbe la presenza del personaggio e permettere così a quello reale di andare avanti.

Lo stile grafico

I livelli si presentano in un bianco e nero che, con l’aggiunta delle “linee nere”, riesce a dare perfettamente quel tocco vecchio stile che gli sviluppatori ricercavano.

Il problema, però, sta nel fatto che per aumentare la difficoltà sono state inserite in alcuni livelli delle sezioni decisamente troppo buie; cosa intendo? Intendo delle parti che, a mio parere, sono eccessivamente scure, con una visibilità è un po’ troppo limitata. Questa scelta costringe il giocatore ad andare a tentativi (perché fidatevi, è davvero difficile non morire in queste occasioni ndr.) e oltretutto rende il gioco visivamente fastidioso, il che è un peccato dato che il level design generale è piuttosto buono.

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Difficile si, ma con criterio

Come ho già specificato, non reputo sbagliato voler rendere un gioco difficile, tuttavia è stata fatta un’altra scelta non proprio sensata per aumentare la difficoltà; se infatti il titolo buona parte delle volte mette alla prova il giocatore con parti che richiedono di saper “cogliere l’attimo” per poter essere superate, purtroppo gli sviluppatori hanno scelto di inserire elementi per far morire il protagonista decisamente troppo “cattivi”, come oggetti che ti cadono sulla testa all’improvviso portando inevitabilmente alla morte se già non si conosce la loro ubicazione.

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I Bug

Il gioco, purtroppo, presenta (nella versione 1.0.1) alcuni bug piuttosto gravi, uno di questi (che ci è stato segnalato dagli sviluppatori e sarà risolto nella prima patch ndr.) riguarda il terzo livello, ovvero “La Caverna“. In questo livello NON SI DEVE chiudere il gioco. Se lo fate, quando tenterete di riavviare la partita, il gioco andrà in crash costringendo a ricominciare da capo.

Un altro bug scoperto da me durante le mie partite riguarda il quarto livello, “La Segheria”, in particolare la seconda parte dello stage di cui lascio un’immagine poco sotto (con il bug attivo):

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Tale bug si può verificare quando si muore a causa della trave (sembra che si verifichi tornando alla realtà normale dopo essere morti). Mentre si sta tentando di superare questa parte, andando nella realtà alternativa, non si può più fare alcuna azione e bisogna riavviare il gioco.

Ultime Considerazioni

Dream Alone è un titolo estremamente adatto a chi cerca un’ardua sfida, anche grazie al prezzo accessibile di 9,99€, e considerando che il gioco contiene 21 livelli può tenere impegnato per parecchio tempo se si ci mette in testa di portarlo a termine. Peccato solo per delle scelte discutibili atte ad aumentare ulteriormente la difficoltà in un titolo che non ne ha bisogno.

Nota Finale: nel gioco non è presente il Game Over (e meno male)!

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